La Chimera
di Arezzo
La Chimera di Arezzo è lo stemma di Porta del Foro perché nei pressi della porta di San Lorentino, durante lo scavo per la costruzione del bastione, il 15 novembre del 1553.
La Chimera di Arezzo è un bronzo etrusco, realizzato tra il V e il IV secolo avanti Cristo. L’originale è alto 78,5 cm, e una splendida riproduzione è stata messa sotto la porta di San Lorentino su idea di Giancarlo Felici, il nostro vecchio Rettore, che voleva far vedere e toccare da tutti, quartieristi e non, questo enorme capolavoro dell’arte etrusca.
La Chimera di Arezzo è stata giudicata “una delle più stupefacenti tra le sculture animali e il capolavoro dell’arte della lavorazione del bronzo etrusca”
” Tria capita,una mens “
La Creatura e la Leggenda
L’origine della creatura è legata alla storia di Bellerofonte che tra le proprie gesta eroiche vanta l’uccisione della Chimera. Nella leggenda l’eroe affrontò la Chimera sostenuto dal cavallo alato Pegaso per soddisfare gli ordini del Re della Licia Iobate, che sperava di provocare la morte di Bellerofonte affidandogli una missione irrealizzabile e letale. Durante la battaglia la Chimera apparve all’eroe con la propria figura spaventosa, emettendo anche fuoco dalle fauci, ma Bellerofonte, dopo aver fallito alcuni tentativi di attacco dalla distanza, riuscì a conficcare la propria lancia nella bocca leonina della Chimera. Le fauci di fuoco della creatura, sciogliendo il metallo della lancia si chiusero così per sempre, soffocate dal liquido fatale. La leggenda viene anche così riportata nel Libro VI dell’Iliade: “E quando ebbe avuto il funesto segno del genero, / per prima cosa gli ordinò di uccidere la Chimera / indomabile, era di stirpe divina e non umana, / davanti era leone, dietro serpente e in mezzo capra, / e spirava la terribile forza del fuoco ardente. / Bellerofonte la uccise, fidando nei segni divini.” Il mito di origine medio orientale e greca incontra nella statua la maestria tecnica degli etruschi, con un risultato stupefacente che unisce gli elementi dinamici della figura alla lavorazione di alta precisione artigianale, visibili in particolare nella criniera, nella bocca e nelle ferite dell’animale.